Embodiment e comunità educante. Letteratura, Sviluppo e Prospettive
- Target
Università e Centri di Ricerca: docenti universitari, ricercatori, dottorandi, cultori della materia, studenti;
Scuola: dirigenti scolastici, docenti delle scuole di ogni ordine e grado, educatori socio-pedagogici e professionali;
Territorio: educatori, pedagogisti, psicologi, psicoterapeuti ed altre figure professionali
- Core mission
Costruzione di una rete integrata di condivisione, ricerca e sviluppo rispetto alle pratiche formative, educative, didattiche centrate sui costrutti dell’Embodiment.
- Framework concettuale
In una società in continuo mutamento, dove i ritmi sono sempre più dettati dalle procedure algoritmiche e sostanzialmente legati ad una percezione di necessaria produttività del tempo, stiamo assistendo ad una progressiva liquefazione dei concetti di educazione, didattica, scuola. Le istituzioni scolastiche e formative sono sempre più chiamate a centrare la propria azione più che sulla trasmissione di contenuti e conoscenze, sulla capacità di essere e saper essere. Essere cittadini di un mondo in cui si aprono infinite possibilità, senza restare travolti o imbrigliati nelle logiche che paiono adattarsi più che ad un mondo culturalmente globalizzato, ad una realtà globalizzata dal punto di vista del mercato e dell’economia in cui ogni tassello è necessario ma non fondamentale, utile eppure fungibile. Appare necessario in questa fase dell’antropocene caratterizzata dalla fioritura di una tecnologia sempre più pervasiva di macchine artificialmente intelligenti, sostanziare la ricerca e la discussione scientifica di nuovi apporti che possano dimensionare il ruolo dell’umanità e dell’umano, soprattutto per quanto concerne la propria collocazione come esseri-nel-tempo ed esseri-del-tempo. Non possiamo più limitarci all’on-line: l’on-life è già qui (Floridi, 2015).
In questa prospettiva appare utile riportare e riorientare la ricerca più che al rapporto che le tecnologie possono intrattenere con l’umano, al rapporto che l’umano intrattiene con esse. Ed il corpo assume una nuova centralità, sia alla luce delle neuroscienze, sia alla luce della necessità di un nuovo principio di etica e di responsabilità (Jonas, 2014). Come lente interpretativa della corporeità intesa come punto nodale di ogni acquisizione cognitiva dell’essere umano, utilizziamo l’approccio scientifico dell’Embodied Education (di seguito EE), con particolare riferimento al paradigma di Embodied Cognition.
«L’Embodied Cognition sostiene proprio l’affermazione che il cervello, seppur importante, non è l’unica risorsa che abbiamo a nostra disposizione per generare comportamenti: difatti la forma del nostro comportamento emerge dall’interazione, in tempo reale, tra il sistema nervoso di un corpo ed un ambiente che offre opportunità ed informazioni per quella determinata azione.»[1] In questa dinamica di continua relazione con sé stesso e con l’ambiente, il corpo plasma la sua conoscenza del mondo, superando la concezione scientifica che lo vorrebbe mero oggetto di valutazione per acquisire, in definitiva, la dignità di soggetto di cognizione (Gomez Paloma, 2013).
È, dunque, in questo contesto che viene a svilupparsi una pratica formativa da intendersi sempre più come possibilità laboratoriale, composta da una proposta metodologica che si avvale di una pluralità di strumenti che possono rimodulare i setting di apprendimento e di favorire le relazioni-interazioni tra soggetti. Il laboratorio, dunque, come luogo nel luogo, come possibilità di attivazione delle risorse cognitive, fisiche ed emozionali della persona in riferimento alla possibilità di esprimere e di vivere relazioni con sé stesso, con l’altro da sé, con gli oggetti fisici e gli artefatti culturali (Griswold, 1997) che vengono a prodursi in tali contesti. È possibile, in altre parole, ri-creare il setting formativo in ambienti di apprendimento digitale? Dobbiamo, dunque, accedere ad una riflessione complessa che rifugga da semplificazioni. Evitare, cioè, di credere che sia possibile traslare semplicisticamente significati (e possibilità di costruire tali significati) in maniera filologica, da un ambiente ad un altro, dando per scontato le profonde differenze che sussistono tra i due setting. Internet appare sempre di più come una sfera semiotica di dimensioni crescenti che tende ad assorbire ogni comunicazione (De Carli, 1997)
Nell’ottica, dunque, di un’azione propriamente intenzionale da parte del docente che opera nel sistema formativo attuale, considerando l’unicità e l’individualità irripetibile di tutti gli attori coinvolti, la progettazione dell’attività di ricerca e delle attività poste in essere oggetto della stessa, devono provare funzionalmente a strutturarsi rispetto ad un pensiero inclusivo, rivolto all’universalità delle condizioni umane.[2] Un approccio non assistenziale, ma esistenziale, sostanziale, attento alle particolarità di ognuno, dichiaratamente aperto a tutti, ciascuno secondo la propria possibilità. Una progettazione potenzialmente abilitativa, non ri-abilitativa o abilitativa in senso stretto. In questo senso è necessario porre particolare attenzione nell’evitare una moltiplicazione malthusiana delle metodologie didattiche, basate o meno sull’avvento delle AI, muovendosi nella direzione della promozione diun’esperienza di apprendimento che possa dirsi situato, concreto, produttivo, aperto, indipendentemente dal contesto in cui esso si esplichi, comprendendo profondamente la connessione tra i meccanismi di funzionamento del sistema corpo-cervello e le nostre competenze cognitive e sociali.
Come ci ricorda Vittorio Gallese, infatti:
«Com’è possibile studiare la soggettività e l’intersoggettività descrivendole scientificamente senza limitarsi a comprenderle nel mondo ineffabile dell’introspezione? Uno degli obiettivi delle neuroscienze cognitive è comprendere la connessione tra i meccanismi di funzionamento del sistema corpo-cervello e le nostre competenze cognitive e sociali. Ma il tema dell’intersoggettività è inscindibilmente legato a quello del soggetto. Lo studio neuroscientifico non può, quindi, eludere il problema della soggettività, e dell’esperienza che la costituisce.»[3]
Chi lavora nel campo della formazione ha la responsabilità, quindi, di accompagnare l’azione di apprendimento del soggetto, rispettando i tempi e le caratteristiche dell’altro, intendendolo come sistema complesso di significati, che apprende nuovi significati e, contestualmente, ne produce continuativamente di nuovi. In ultima analisi, l’apporto dell’EE può essere un fattore fondamentale per situare l’apprendimento nella soggettualità, tenendo conto degli spazi, dei tempi, delle relazioni che si esplicano in ogni setting educativo e formativo alla luce delle moderne rivoluzioni scientifiche, epistemologiche, sociali ed antropologiche che stiamo attraversando. In particolare per il mondo della scuola, il volume scientifico “Manuale delle Scuole ECS” (Gomez Paloma, Damiani, 2021) rappresenta la testimonianza di quanto sia necessario e urgente questa trasformazione paradigmatica epocale.
- Framework progettuale
Alla luce delle considerazioni sin qui esposte, alcune Università intendono, attraverso l’attivazione di confronti scientifici, promuovere un costante e ricorsivo dialogo tra teoria e pratica, tra intelligenza artificiale ed intelligenza emotiva, costruendo momenti significativi di scambio e crescita che non si limitino a permanere nell’alveo della comunità scientifica, ma che possano permeare il territorio, le comunità, le istituzioni preposte allo sviluppo dell’essere umano in tutte le sue possibili declinazioni.
Nell’ottica della costituzione di una rete integrata di riflessione, è prevista l’attivazione di un ciclo di seminari scientifici nell’arco dell’anno accademico 2024-2025 promossi da più Atenei in Italia e coordinati da un docente Referente per ciascuna Università; il ciclo si concluderà con la Prima Conferenza Nazionale sull’Embodied Education che sarà promossa dall’Università di Cassino e del Lazio Meridionale (Ateneo proponente dell’iniziativa) con il supporto di tutte le altre Università che hanno attivato il seminario. Gli Atenei che aderiscono a tale iniziativa sono:
- Università di Cassino e del Lazio Meridionale (Prof. Pio Alfredo Di Tore)
- Università di Palermo (Prof.ssa Giuseppa Compagno)
- Università Kore di Enna (Prof.ssa Marinella Muscarà)
- Università di Bari (Prof. Michele Baldassarre)
- Università Telematica Pegaso (sede Roma) (Prof. Francesco Peluso Cassese)
- Università del Molise (Prof.ssa Livia Petti)
- Università di Macerata (Prof. Stefano Polenta)
- INDIRE (sede di Firenze) (Dott.ssa Giuseppina Rita Mangione)
- Università di Modena – Reggio Emilia (Prof.ssa Paola Damiani)
- Istituto Universitario Salesiano Venezia (Prof. Enrico Miatto)
- Università di Bergamo (Prof. Antonio Borgogni)
- Università SUPSI (Prof. Giancarlo Gola)
I Referenti di ciascuna Università partecipante comporranno, con il Prof. Filippo Gomez Paloma dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale – in qualità di Coordinatore – e con la Prof.ssa Paola Damiani dell’Università di Modena-Reggio Emilia – in qualità di Vice-coordinatrice -, il Comitato Scientifico Nazionale sull’Embodied Education.
Ciascun Referente avrà diritto a nominare altri esperti (per un massimo di 4 componenti, non obbligatoriamente afferenti all’ateneo nel quale è incardinato) con cui comporre a sua volta il Comitato Scientifico Locale UNI… sull’Embodied Education.
La composizione dei comitati (nazionale e locali) sarà allegata alla convenzione che sigleranno i Direttori dei Dipartimenti a cui afferiscono i Referenti.
Ciascuna Università focalizzerà l’attenzione su uno specifico Topic dell’EE secondo il seguente schema e secondo il seguente calendario annuale:
- EE e Neurodidattica (Università di Palermo) – mese di Ottobre 2024
- EE e Didattiche Disciplinari (Università Kore di Enna) – mese di Novembre 2024
- EE e Tecnologie Didattiche (Università di Bari) – mese di Dicembre 2024
- EE e 0-6 anni (Università Telematica di Pegaso) – mese di Gennaio 2025
- EE e Eterogeneità della classe (Università del Molise) – mese di Febbraio 2025
- EE e Ordine dei Pedagogisti (Università di Macerata) – mese di Febbraio 2025
- EE e Formazione docenti (INDIRE sede di Firenze) – mese di Febbraio/Marzo 2025
- EE e Inclusione (Università di Modena – Reggio Emilia) – mese di Marzo 2025
- EE e Sostenibilità (Università di Bergamo) – mese di Aprile 2025
- EE e Arti Performative (IUSVE di Venezia) – mese di Maggio 2025
- EE e Processi di Apprendimento (Università SUPSI) – mese di Maggio 2025
- EE e AI (Università di Cassino e del Lazio Meridionale) – mese di Giugno 2025
- Format Seminario
Il Seminario attivato da ciascuna Università partecipante avrà la durata di una giornata e dovrà rispondere ad un format ben preciso, consentendo così di uniformare le singole proposte territoriali sotto il profilo organizzativo. Naturalmente ciascun referente, in condivisione con il Comitato Scientifico Nazionale dell’Embodied Education, avrà ampia discrezione sulle scelte dei relatori e delle modalità di partecipazione. L’articolazione prevede più momenti specifici:
Mattina
- Saluti istituzionali
- Introduzione del Referente
- Keynote Speaker (Prof. Filippo Gomez Paloma)
- Tavola Rotonda (colleghi esperti interni ed esterni all’Università)
Pomeriggio
- Workshop paralleli (proposte di ricerca scientifica)
- Ateliers paralleli (proposte di buone pratiche educative e didattiche)
- Plenaria di restituzione
- Patrocini
- per ogni Seminario: USR di riferimento, ANP e ANDIS provinciali/regionali, SIRD, SIREM, SIPeS e CIRPED;
- per la Conferenza Nazionale: MIM, MUR, ANP e ANDIS nazionali, INDIRE, SIRD, SIREM, SIPeS e CIRPED.
[1] Gomez Paloma F., Embodied Cognitive Science. Atti incarnati della didattica, Ed. Nuova Cultura, 2013, pag. 32.
[2] Per approfondire: Savia, (A cura di) Universal Design for Learning. La Progettazione Universale per l’Apprendimento per una didattica inclusiva. Erickson, Trento, 2016.
[3] Gallese V., Neuroscienze cognitive: tra Cognitivismo classico ed embodied cognition. Psichiatry Online Italia, 06/2013.